Il Progetto: Analisi bioenergetica e arti espressive

L’idea di questo progetto nasce dalla mia attività di condirettore della nostra rivista Grounding, sulla quale abbiamo pubblicato nel corso degli anni vari articoli sull’argomento in questione. Ha inaugurato questa serie già nel 2008 un saggio di Patrizia Romano, Docente al Conservatorio di Perugia, conduttrice di classi di esercizi e counsellor SIAB, che evidenziava quanto il lavoro del musicista sia collegato al proprio corpo, e quanto beneficio i musicisti possano trarre dagli esercizi bioenergetici (“Suonare è sicuramente un’attività psico-corporea. Il corpo, per il musicista, è il primo strumento”).1 Sono poi apparsi, nel 2012, due contributi di Livia Geloso e Stefano Masotti sul rapporto tra Analisi bioenergetica e teatro.2 Non a caso entrambi ricordano il fatto che Ellen Green Giammarini, insegnante SIAB di esercizi bioenergetici negli anni ’80, aveva tenuto, prima di venire a vivere in Italia, classi d’esercizi al famoso ActorsStudio di New York. Sono insomma due articoli che evidenziano chiaramente i molteplici punti di contatto tra analisi bioenergetica e teatro, due mondi diversi e affini perché entrambi basati sul corpo.

Theater, Christoph Helferich

Manifestazione Analisi bioenergetica e teatro, Firenze,
maggio 2013.
Design locandina: Sebastiano Ranchetti, PopDesign

L’impulso decisivo è però arrivato dal saggio di Viktor Amacher, Elsa Lindenberg e Wilhelm Reich. La danzatrice espressiva e lo psicoanalista.3Questo articolo rivela l’incidenza sullo sviluppo del giovane Wilhelm Reich della danza moderna di Rudolf Laban, alla cui scuola apparteneva l’allora compagna di Reich, Elsa Lindenberg. Il contatto con la danzatrice espressiva ha insegnato a Reich a vedere il corpo, a studiare dettagliatamente i suoi movimenti e a cercare di liberarne il “movimento espressivo naturale”. E grazie alla sua formazione psicoanalitica, Reich alla fine è riuscito a fondere insieme due differenti significati o livelli del corpo: il corpo come traccia verso il passato (nella tradizione di Sandor Ferenczi), e il corpo come mezzo espressivo (nella tradizione di Rudolf Laban). Questa duplice ramificazione è rimasta fondante anche per il setting dell’analisi bioenergetica.

Il progetto vuole sottolineare questa seconda accezione del corpo come mezzo espressivo e in quanto tale ponte e crocevia tra varie modalità di movimento e di espressione. Credo del resto che questa visione abbia un solido fondamento nella filosofia del corpo elaborata da Alexander Lowen. Come per esempio già dimostra il titolo originale del suo manuale degli esercizi, The Way to Vibrant Health, Lowen non si accontenta di una salute psichica e fisica per così dire “neutra”, come assenza di malattia, bensì mira alla salute “vibrante” del corpo. “Trovare se stessi”, significa in ultima analisi per Lowen “aprirsi all’eccitazione di esistere”.4 A tratti troviamo nel suo pensiero un’enfasi quasi estatica del corpo come fonte di piacere, di gioia e di bellezza che spinge verso l’esperienza espressiva. In tal senso le arti espressive fungono da canale naturale per realizzare questo “di più” di un corpo animato e vitale. Un corpo dinamico, creativo, che nell’arte si trascende e si dà forma, che nella danza, nella rappresentazione scenica, nella musica e nel canto celebra la propria esistenza. Credo che questo elemento creativo-espressivo in Lowen sia un aspetto prezioso della sua filosofia del corpo, che distingue l’analisi bioenergetica da molte altre scuole di psicoterapia, e che sarebbe il caso di sottolineare e valorizzare maggiormente, anche per la valenza sociale che esso può avere.

Il progetto: Analisi bioenergetica e arti espressive

La duplicità dei significati del corpo come traccia verso il passato e come mezzo espressivo corrisponde a due volti della psicoterapia corporea: uno più riservato, che riguarda la diade paziente – terapeuta al lavoro nel setting chiuso in una stanza, e uno più aperto e accessibile proprio dell’espressività corporea. Esiste oggi un grande interesse del pubblico alle questioni del corpo in generale (salute, benessere, sport), alla sua espressione creativa in forma di danza e di teatro, e all‘intreccio tra corpo e psicologia-psicoterapia (Masotti per esempio parla dell’“implicita promessa terapeutica” del teatro, che stimola molti giovani a intraprendere questo percorso). Il progetto parte da questa curiosità diffusa per il corpo per promuovere la conoscenza dell’analisi bioenergetica, sia a livello di un pubblico generale che nello specifico ambito delle arti espressive, da noi finora forse troppo poco considerato.

L’idea del progetto è dunque quella di creare in Italia una rete di iniziative e contatti tra persone e istituzioni interessate al rapporto reciproco tra analisi bioenergetica e arti espressive. In questo senso, abbiamo già tenuto, nel mese di maggio 2013, una conferenza pubblica sul rapporto tra Analisi bioenergetica e teatro a Firenze5 .

Nel campo della musica attualmente si riscontra un vivace interesse per l’analisi bioenergetica. Ho infatti elaborato una proposta per l’insegnamento degli esercizi bioenergetici agli studenti del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze. Altri colleghi SIAB sono già attivi in vari sedi e settori (Piera Sacchi, canto, Roma; Patrizia Romano, pianoforte, Perugia; Giacomo Grandi, strumenti ad arco, Roma – Ginevra). Con la cantante lirica Laura Brioli abbiamo proposto una Masterclass di canto ad approccio bioenergetico in cui si integrano le lezioni di canto con gli esercizi bioenergetici, partendo sempre dal presupposto che il corpo è il primo strumento dell’artista. La stessa Laura Brioli si è laureata al Conservatorio di Livorno con una tesi sull’analisi bioenergetica applicata al canto lirico, Il suono del corpo.

L’elaborazione e la realizzazione di questo progetto è dunque legata alle possibilità di costruire una rete di competenze e di interessi tra persone che lavorano in ambito terapeutico e/o artistico. Perciò invito chi avesse proposte o idee in merito a contattarmi.

Vorrei concludere con un’ulteriore considerazione sul rapporto tra analisi bioenergetica e arti espressive. Perché in verità non si tratta, come forse si potrebbe pensare, di un rapporto unilaterale in cui l’analisi bioenergetica “dà” alle arti espressive qualcosa che esse non possiedono e di cui hanno bisogno. Credo che si tratti piuttosto di un rapporto reciproco tra “dare” e “ricevere” da entrambe le parti, in cui anche l’analisi bioenergetica si arricchisce. Credo che la possibilità di un reciproco arricchimento sia uno degli elementi più incogniti e stimolanti di questo progetto.

 

1Patrizia Romano: “Espressione artistica, bioenergetica e counselling a mediazione corporea: un’esperienza con i musicisti”. In Grounding II, 2008, p. 75-84, qui a p. 78.

2Livia Geloso: “Bioenergetica e Teatro: riscoperta del corpo e creatività”; Stefano Masotti: “Il corpo emotivo e poetico”. In: Grounding II, 2012, p. 25-41 e 43-63.

3Viktor Amacher: “Elsa Lindenberg e Wilhelm Reich. La danzatrice espressiva e lo psicoanalista”. In: Grounding I, 2013, p. 9-24.

4Alexander Lowen Arrendersi al corpo. Il processo dell’analisi bioenergetica. Astrolabio, Roma 1994, p. 133.

5Il corpo in scena. Analisi bioenergetica e teatro. Incontro di presentazione del n° II, 2012 della rivista Grounding. Caffé letterario Le Murate, Firenze, 16 maggio 2013.