Lo spazio filosofico

Scultura di Socrate

Scultura di Socrate

Conosci te stesso suona la famosa esortazione iscritta nel tempio di Apollo di Delfi. Una vita non esaminata non è degna di essere vissuta è un altrettanto famosa esortazione di Socrate. La mia formazione filosofica e il mio lavoro terapeutico si alimentano a vicenda. Esiste un forte legame tra spiritualità, filosofia e psicoterapia, in quanto tutte caratterizzate dalla stessa ricerca di dare un senso alla propria vita. Mi sono mosso perciò, da sempre e quasi istintivamente, tra questi tre ambiti, ma prima di conoscere più da vicino il mondo della psicoterapia, quello della filosofia è stato per me particolarmente importante.

Quando ripenso alle origini del mio interesse filosofico, ricordo il mio essere stato, nella Germania degli anni ’60, un ragazzo di salda educazione cattolica che frequentava però la Martin Luther-Schule, un Liceo gestito dalla Chiesa luterana. Trovandomi parte di una minoranza, ero obbligato a riflettere sul perché delle mie convinzioni, dovevo giustificarle davanti a me stesso e ai miei compagni di classe, dovevo trovare una mia posizione tra dogma cattolico e spirito protestante.

La mia adolescenza è stata segnata dall’incontro con l’esistenzialismo francese di Sartre e Camus, ma anche dagli adorati aforismi di Blaise Pascal, in cui riconoscevo lo spirito più autentico del cristianesimo. La ricerca di una mia personale via intellettuale ed esistenziale è infine sfociata nell’adesione al movimento studentesco del ’68, incontrato all’Università di Magonza. L’utopia marxista di una società equa, giusta e libera, non-repressiva, mi affascinava e attirava tutte le mie energie politiche e intellettuali. Aderii perciò con grande convinzione al pensiero critico di Th. W. Adorno e degli altri esponenti della Scuola di Francoforte.

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Hegel con i suoi studenti a Berlino
Litografia di F. Kugler, 1828

Ma proprio questa corrente che accentua la dissonanza tra la società reale e la possibile società ideale, e che di conseguenza sottolinea la non coincidenza tra l’individuo e la società in cui vive, mi ha condotto allo studio di Hegel. Nel corso degli anni Settanta mi sono perciò a lungo dedicato a indagare il pensiero hegeliano, la cui ricchezza e complessità mi affascinava, tanto da dedicare a questo argomento due monografie. Dalla passione per Hegel ha preso avvio la stesura della mia Storia della filosofia, scritta tra i 29 e i 34 anni, che ha avuto un notevole successo nei paesi di lingua tedesca, ed è stata anche tradotta in portoghese. Questo lavoro mi ha del resto anche portato allo studio approfondito del pensiero orientale, al quale ho dedicato una parte dell’opera.

Ma qui interessa piuttosto ciò che ho imparato da Hegel a livello personale, il suo significato esistenziale. Lo si potrebbe cogliere nel concetto di riconciliazione. Questo concetto esprime l’impulso hegeliano di trovare, attraverso e nonostante le lacerazioni e contraddizioni della storia, della società e della vita in generale, una forma di sintesi o equilibrio superiore. Nella prospettiva della riconciliazione, è possibile guardare alle contraddizioni della vita come elemento insito nella vita stessa e perciò coglierle non solo come necessità, ma come risorsa. È una prospettiva che permette di comprendere le contraddizioni, di accettarle e in questo modo, appunto, di “riconciliarsi” con esse. Questo equilibrio esprime un’affermazione forte della vita, che sta alla base di ogni vero appagamento. È quello che il giovane Hegel chiamava Durch Philosophie leben lernen, “imparare a vivere attraverso la filosofia”.

Facilmente s’intravede qui lo stretto nesso tra questioni filosofiche e questioni personali, che contraddistingue il mio rapporto con la filosofia, ma anche la mia prassi psicoterapeutica. Infatti, nel corso degli anni ho individuato nel concetto di vita buona un ponte di dialogo tra filosofia e psicoterapia. La vita buona è un’idea-base della filosofia antica, ma sono convinto che sia un’idea sempre attuale per ognuno di noi moderni. Per questo motivo ho dato a una mia raccolta di saggi il titolo La “vita buona”. La ricerca esistenziale tra filosofia e psicoterapia corporea. Questo concetto di vita buona guida in retroscena tanto la mia ricerca personale, quanto il mio lavoro come psicoterapeuta. Indica una direzione, un orientamento o punto d’arrivo sulla spesso difficile via della terapia, della ricerca del vero Sé di ogni singolo paziente.