Attività

La psicoterapia individuale

psicoterapia individuale firenzeLa psicoterapia individuale rappresenta il campo principale della mia attività professionale. Il percorso terapeutico inizia solitamente con il cosiddetto primo colloquio, ovvero un primo appuntamento destinato a chi è interessato a una terapia e vuole saperne di più sul tipo di impegno che lo aspetta. Il primo colloquio serve per conoscersi reciprocamente, per indagare sulla situazione di chi si presenta (diagnosi) e per valutare insieme l’adeguatezza o meno, nonché le possibili prospettive di una percorso terapeutico (prognosi). Il primo colloquio è perciò un evento importante per entrambi, la persona interessata e il terapeuta, anche se in nessun caso esso è vincolante. Anzi, la persona interessata è invitata a un’approfondita valutazione personale della propria situazione alla luce dell’incontro, in modo da poter prendere una decisione ponderata sulla possibilità di intraprendere quella terapia.

La frequenza delle sedute è flessibile e dipende non solo dalla serietà della situazione, ma anche da varie condizioni materiali: la disponibilità di tempo dell’interessato, le sue possibilità economiche, l’organizzazione della sua vita lavorativa, la distanza tra il luogo di abitazione e la sede della terapia. Altrettanto flessibile è la durata della seduta che (anche in rapporto agli elementi già elencati) può essere di un’ora (seduta standard), di un’ora e mezzo o di due ore, e che può svolgersi settimanalmente oppure in un ritmo diversamente stabilito.

Naturalmente non è facile prevedere fin dall’inizio la durata complessiva di un percorso terapeutico. Rispetto al diffuso timore della dipendenza dal terapeuta e di quello che Sigmund Freud chiamava l’”analisi infinita” va però detto che in ogni momento della terapia il paziente è libero – e responsabile – di proseguire o di concludere il percorso. Va inoltre sottolineato che la comune valutazione periodica della motivazione del paziente e dell’efficacia della terapia rappresenta un elemento importante, insito nello stesso percorso terapeutico.

La psicoterapia di gruppo

psicoterapia di gruppo FirenzeLa psicoterapia di gruppo può svolgersi in varie modalità. La differenza principale a livello formale riguarda la composizione dei partecipanti. Può trattarsi di un gruppo cosiddetto “chiuso”, i cui membri sono sempre gli stessi (e che solitamente s’incontrano con una frequenza regolare e prestabilita), o la cornice può essere invece quella di un gruppo “aperto”, i cui partecipanti possono variare di volta in volta.

Naturalmente, ognuna di queste opzioni ha i suoi vantaggi e svantaggi. Attualmente, con le Giornate esperienziali di analisi bioenergetica, io propongo la modalità del gruppo aperto. Tale gruppo è composto da un certo nucleo di persone che partecipano agli incontri con una certa regolarità, insieme ad altri che decidono di volta in volta se partecipare. In questo modo, anche chi non ha mai avuto esperienze psicoterapeutiche o anche psicoterapeuti di altri indirizzi, hanno la possibilità di sperimentare l’approccio bioenergetico nel setting della psicoterapia di gruppo.

psicoterapia di gruppo FirenzeLa Giornata esperienziale ha una durata di sette ore. Anche il pranzo comune, per il quale ognuno porta qualcosa per sé e gli altri, si inscrive nel processo terapeutico del gruppo. Il numero dei partecipanti è limitato a dodici – quattordici persone.

Queste Giornate esperienziali di analisi bioenergetica si svolgono all’incirca ogni due mesi, per cinque incontri tra ottobre e giugno, e ciascuna ruota attorno a un determinato tema. Ogni incontro è un’esperienza trasformativa, di profonda condivisione e umanità; è l’esperienza di un processo comune che arricchisce ogni singolo partecipante.

Gli esercizi bioenergetici

Esercizi bioenergeticiGli esercizi bioenergetici sono aperti a tutti. Il loro obiettivo principale consiste in un rapporto migliore, di maggiore familiarità col proprio corpo. Non si tratta dunque di psicoterapia, né individuale né di gruppo. Va però detto che lo svolgimento degli esercizi in un gruppo ha senz’altro un effetto benefico sulla persona. Infatti facilita la libera espressione, attraverso i movimenti del corpo e l’uso della voce, così come permette anche piccole esperienze di comunanza, come può accadere per esempio attraverso l’esperienza di un breve massaggio reciproco.

Esercizi di analisi bioenergetica

Ricordiamo che gli esercizi, per sviluppare il loro effetto graduale e profondo, di scioglimento e di rafforzamento, vanno eseguiti con una certa costanza e regolarità, anche se non esiste uno schema fisso del loro svolgimento, e ogni incontro è perciò diverso da quello precedente e quello seguente. Per questo motivo, gli esercizi si propongono di solito settimanalmente, e anch’io mi attengo a questa frequenza di un incontro settimanale. La durata di un’ora e un quarto è sufficiente per garantire sia una certa intensità e variabilità degli esercizi che una fase finale di rilassamento profondo. Alla fine dell’incontro, i partecipanti solitamente danno un breve feedback del loro vissuto, in modo da integrare l’esperienza individuale in un percorso fatto insieme.

Va infine aggiunto che gli esercizi bioenergetici possono essere svolti anche individualmente, a casa, per esempio come approfondimento dell’incontro in gruppo, o indipendentemente da qualsiasi gruppo secondo le preferenze del singolo. Si sa, ad esempio, che Alexander Lowen ha continuato a eseguire quotidianamente i suoi esercizi, fino alla sua vecchiaia avanzata, e sempre con grande entusiasmo.

La supervisione

La supervisione è un elemento importante della formazione continua di ogni psicoterapeuta. Già Sigmund Freud aveva perspicacemente consigliato che il terapeuta tornasse circa ogni cinque anni in terapia individuale per affrontare vecchi o nuovi problemi personali, problemi che potrebbero interferire in un proficuo svolgimento della professione.

La supervisione è una forma di mediazione tra i due ambiti del personale e del professionale. Nella seduta di supervisione, in cui un terapeuta si confronta con un collega di una certa esperienza, si esaminano insieme uno o più casi “difficili”, ovvero si parla di pazienti che per vari motivi mettono il terapeuta “in difficoltà”. Si indaga così sulle possibili ragioni di queste difficoltà, e sul loro possibile legame con la persona del terapeuta, con certe sue particolarità o limiti del suo modo di essere e di agire, insomma col suo cosiddetto controtransfert. E non di rado, questo tipo di consultazione riesce a sbloccare dei vicoli ciechi o situazioni di stallo, in modo che la terapia possa proseguire con profitto. Perciò, essendo la persona del terapeuta stesso lo strumento principale del proprio lavoro, la supervisione è per lui un profondo processo di crescita insieme personale e professionale.

Per lo svolgimento della supervisione esistono varie modalità. Può trattarsi di una supervisione occasionale per risolvere un determinato problema con un paziente, o può avvenire in una cornice più stabile, con una certa frequenza regolare; può svolgersi in due, terapeuta e collega-supervisore, o anche in un gruppo di terapeuti con un supervisore. Un’altra forma ancora è la cosiddetta intravisione, la supervisione reciproca tra terapeuti senza la figura del supervisore “istituzionalizzato”.

Attualmente conduco come supervisore un gruppo di terapeuti, con una frequenza degli incontri di ogni sei settimane e una durata di due ore e mezzo. Questi incontri consistono principalmente nel reciproco feedback tra i partecipanti sui casi da loro proposti, ma a seconda possono includere anche delle esperienze corporee di vario genere come esercizi, tecniche di educazione alla consapevolezza corporea, tecniche di contatto terapeutico.

Un aspetto interessante degli incontri di supervisione da me condotti è la presenza di colleghi di vari approcci. Ciò permette di guardare ed esaminare un certo problema alla luce di più prospettive analitiche contemporaneamente. Per questa esperienza mi è stato molto utile il mio lavoro come membro della Commissione dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, Teoria della Tecnica in Psicoterapia.

La didattica

Nella comunità bioenergetica internazionale, si distingue tra due figure di insegnate per futuri psicoterapeuti: il Local Trainer, che svolge la funzione didattica a livello nazionale, e l’International Trainer che è chiamato a insegnare presso le Società bioenergetiche in tutto il mondo. L’attività principale del Local Trainer riguarda la formazione degli allievi nei Corsi di specializzazione per futuri psicoterapeuti, o anche nei Corsi di specializzazione per i cosiddetti “già psicoterapeuti”, professionisti provenienti da altre Scuole e interessati a un’ulteriore formazione in analisi bioenergetica.

La didattica all’interno dei Corsi della SIAB si espleta in una grande varietà di forme, dalla lezione teorica su determinati argomenti all’insegnamento teorico-esperienziale (per esempio nei cosiddetti “intensivi”, i tre seminari annuali della durata di cinque giorni), e all’insegnamento prevalentemente esperienziale (come per esempio nelle cosiddette “maratone”, incontri annuali dedicati alla dinamica di gruppo). Anche la supervisione (di terapia individuale o di conduzione di un gruppo) rappresenta una parte importante della didattica, visto che gli allievi nel secondo biennio dei Corsi di specializzazione si preparano attivamente al loro futuro ruolo come psicoterapeuti.

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Ho ricevuto la mia certificazione come Local Trainer nel 2003, e da allora l’insegnamento teorico-esperienziale, il contatto diretto con gli allievi in formazione rappresenta una parte importante della mia attività. E naturalmente il feedback degli allievi e dei colleghi è un elemento importante della mia formazione continua. Un argomento per esempio che insegno molto volentieri e che costituisce una mia, per così dire, “specialità”, sono le tecniche del lavoro corporeo-esperienziale.

Si tratta di un tema che mi permette di integrare la mia formazione bioenergetica con l’approccio organismico della mia seconda formazione con Malcolm Brown. Un altra mia specialità riguarda il tema del controtransfert, del vissuto soggettivo del terapeuta nell’incontro con il paziente. È un argomento che ho elaborato – partendo dalla mia esperienza personale – nel mio libro Due animali in una stanza. Diario di controtransfert (1994; seconda ed. ampliata 2008).

La consulenza filosofica

Sin dalla sua nascita in Germania nei primi anni Settanta del secolo scorso, la consulenza filosofica si è affermata in molti paesi del mondo, e questo successo ha le sue ragioni. Essa infatti viene incontro a un bisogno originario di noi esseri umani, il bisogno di orientamento, sia razionale che spirituale, nel mondo; viene incontro alla ricerca esistenziale di un senso della propria vita.

Spesso, questa ricerca parte da situazioni concrete come una crisi personale, un vuoto depressivo, o una scelta eticamente difficile. Ma chi si rivolge a un consulente filosofico cerca delle risposte che esulano dai confini del campo psicologico in senso stretto.

Jean Paul Sartre a Parigi

Jean Paul Sartre a Parigi

E bisogna dire che la filosofia, nel lungo corso della sua storia, ha elaborato un ampio ventaglio di risposte ai quesiti esistenziali. Si pensi ad esempio alla cura sui o alla vita buona come concetti-base della filosofia antica. Si pensi a personaggi come Montaigne, Pascal, Schopenhauer, Nietzsche e Sartre, ai quali dobbiamo pagine dense di profonda umanità di fronte all’enigma del mondo, della vita e della nostra libertà.

La storia della filosofia fornisce un serbatoio di idee che utilizzo nella mia attività di consulente filosofico. Il cliente che mi contatta con la richiesta di una consulenza filosofica, viene aiutato ad affrontare in maniera creativa il proprio groviglio esistenziale proprio attraverso questo serbatoio filosofico di idee, massime, paradossi, metafore, ecc. Il metodo di questo tipo di incontri è il dialogo libero, una forma di dialogo socratico in cui non esistono ricette o consigli prefabbricati. Spetta al cliente, nel dialogo aperto con me, trovare di volta in volta le proprie risposte ovvero quell’aumento di prospettive sulla propria situazione che a volte può già essere risolutivo.

Occasionalmente, può essere utile anche la lettura comune di brani filosofici o di aforismi, parabole ecc., che affrontano determinati argomenti emersi nel corso del dialogo. Altre forme di lavoro possono essere la stesura di un proprio testo, tenere un diario esplorativo, oppure altre tipologie di meditazione e contemplazione simili alla mindfulness. La consulenza filosofica è un vivace laboratorio di idee ed esperienze, una vera e propria prassi della filosofia, della filosofia come forma di vita.

Alla questione del rapporto tra psicoterapia e filosofia ho dedicato inoltre la raccolta di saggi La “vita buona”. La ricerca esistenziale tra filosofia e psicoterapia corporea, nonché alcuni articoli del libro Il corpo vissuto. La cura di sé nell’analisi bioenergetica.